venerdì 10 settembre 2010

Guardare la TV o il TV?

In lingua italiana esistono due termini che molti confondono tra di loro:

  • televisione:
    1. Sistema di telecomunicazione destinato alla trasmissione a distanza di immagini non permanenti, fisse o in movimento [...] (Zingarelli, N. [2001], Vocabolario della lingua italiana. Zanichelli, Milano. Pag. 1859);
    2. (fam.) Ente che diffonde programmi televisivi (ibidem).
  • televisore: apparecchio ricevente di trasmissioni televisive (ibidem).
Per tale motivo, sarebbe più corretto utilizzare espressioni quali:
  • Si è rotto il televisore (e NON televisione);
  • Potresti accendere il televisore ( e NON televisione);
  • Sto guardando la televisione (e NON televisore, se non vogliamo intendere che stiamo fissando la scatola nera posta in soggiorno).
Nell'uso familiare tuttavia persino televisione ha assunto il significato di televisore, sebbene ai cultori della lingua italiana ciò possa sembrare privo di logica:
               3.   Televisore (Zingarelli, N. [2001], Vocabolario della lingua italiana. Zanichelli, Milano. Pag. 1859);

giovedì 9 settembre 2010

SETTENTRIONALISSIMO: Come sta LA Chiara?

Espressione tipica del modo di parlare dell'Italia del nord è quella di porre l'articolo determinativo (IL LO LA) davanti a nomi propri di persona per riferirsi ad individui conosciuti.
Ha telefonato la Chiara, ha detto di richiamarla!
Sebbene diffuso largamente dall'Emilia-Romagna in su, tale uso è scorretto in quanto i nomi propri di persona non richiedono l'articolo. [Fonte: da citare]

MERIDIONALISSIMO: Esci il formaggio dal frigo?

Uno degli errori più comuni che incontrano soprattutto (o solamente) gli Italiani del sud allorché "emigrano" nel nord Italia è usare in maniera TRANSITIVA alcuni verbi di movimento che, per definizione, non richiedono un complemento oggetto.
Tra i principali menziono:

  1. uscire;
  2. entrare;
  3. salire;
  4. scendere.
Frasi del tipo:
  • Esci il formaggio dal frigo,
  • Entra la bicicletta in garage,
  • Sali le buste della spesa,
  • Scendi le chiavi della macchina
sono COMPLETAMENTE ERRATE e derivano da un uso dialettale di tali verbi che viene trasposto in qualcosa che lontanamente si avvicina alla lingua italiana. Sebbene ai lettori settentrionali tale post può sembrare assurdo, purtroppo è un errore molto comune e anche difficilmente evitabile, forse perché troppo radicato a livello culturale. Le forme corrette dei verbi summenzionati sono, tra gli altri:
  1. tirar fuori;
  2. riporre, mettere;
  3. portare su;
  4. portare giù.

Passiamo LO aspirapolvere?

Sebbene siano in pochi a saperlo: ASPIRAPOLVERE è un sostantivo maschile invariabile, ciò significa che quando abitualmente diciamo:
Sto passando L'aspirapolvere, di fatto si elide una O dell'articolo e NON una A, come molti possono invece pensare.
Il fatto che inoltre sia invariabile implica il fatto che la forma plurale è la medesima del singolare. Quindi è corretto dire:
Quella vetrina ha dei bellissimi aspirapolvere
L'eventuale forma "aspirapolveri" infatti è scorretta, anche se purtroppo dilaga soprattutto su internet.

Del resto tale regola accomuna altri sostantivi italiani composti da due parole, ma se ne riparlerà in un altro post

Bagnato Fradicio

Ecco, su consiglio di Claudia (detta Cottik), diverse espressioni per indicare "bagnato fradicio" in alcuni dialetti della nostra penisola:

  • slozzo, in provincia di Sondrio
  • mizzo, in Trentino
  • brombo, in Veneto (zona Venezia)
  • bombo, in Veneto (Vicentino)
  • zzappanatu, in Sicilia (Messina)
  • fracico, in romano (grazie a Utente Anonimo :P)
  • mezzo, in Toscana (grazie a Don Erik)
  • arruciato, in palermitano (grazie a Utente Anonimo 2 :P)
  • nà cula, in dialetto di Borgia (CZ - Catanzaro)

Vi presento un amico: il FUTURO ANTERIORE

Il FUTURO ANTERIORE è un tempo verbale del modo INDICATIVO. Esso - purtroppo - sta cadendo in disuso, credo perché sono veramente in pochi a conoscerne l'effettivo utilizzo.
Esso si forma con il futuro semplice del verbo ausiliare (essere o avere) più il participio passato del verbo che esprime l'azione.
Il FUTURO ANTERIORE è utilizzato per due principali motivi (Venturi, C. [1998], Proposte di Grammatica Italiana. Zanichelli, Milano. Pag. 199]:

  • indica un'azione futura che si svolgere precedentemente ad un'altra azione, sempre nel nel futuro:

    Giocherai a calcio dopo che avrai finito tutti i compiti.
  • esprime dubbio o ipotesi, ma riferito al passato

    Sarà stato Marco a rompere quel quadro?
    Sarà stato il fulmine a far andar via la luce! 

Gigomma, Cicca, Cingomma o Gomma americana?

Potreste rimanere sconcertati dal conoscere tutti i modi attraverso cui in tutta Italia si esprime il concetto di gomma da masticare.
"Gomma americana", "chewing-gum" o semplicemente "gomma" è la gomma da masticare, in tavolette o palline.
In Italia tuttavia si sono sviluppate diverse parole per esprimere tale concetto, molti di natura dialettale. Riassumo i principali, sperando di aggiornare la lista man mano:

  • cicca, diffuso principalmente nel Nord Italia, di derivazione americana e azteca (cfr. Zingarelli); di fatto è più corretto esprimere con tale lemma ciò che rimane di un sigaro o una sigaretta, alias mozzicone;
  • cingomma, diffuso nel foggiano e nel viareggino;
  • gigomma, diffuso in Basilicata;
  • gingomma, in uso nel calabrese;
  • masticante, sembra di derivazione participiale (dal verbo masticare), sebbene sarebbe più corretto utilizzare un sostantivo derivato dal "gerundivo" (masticanda = da masticare), tale termine è diffuso in Sicilia, unicamente nel territorio messinese;
  • ciùngam, diffuso nel palermitano;
  • cicles, nel torinese, nel biellese e pressoché in tutto il Piemonte.

Magistrati ignoranti di Lingua Italiana

Un po' vecchiotto come articolo, ma rende l'idea di ciò che mi ha spinto a creare questo blog!

08/gennaio/2008
L’Italia sarà anche paese di santi, poeti e marinai, ma non è di certo il paese dei magistrati e men che meno di grandi scrittori. L’ultimo concorso per magistrati del nostro paese ne è un fulgido esempio: errori di grammatica, strafalcioni di ortografia, l’ignoranza e l’impreparazione contenuta nei 4 mila compiti consegnati lo scorso novembre hanno impedito agli esaminatori di assegnare tutte le toghe disponibili. Su 380 posti ne sono stati coperti solo 322.
Se già il fato che il 90% dei candidati  sia stato respinto è sconfortante, il dato più tragico è relativo alla tipologia di errori riscontrati nei compiti. Ciò che ha choccato gli esaminatori non è tanto l’ignoranza dimostrata dai candidati sulla materia trattata, quanto l’incapacità di scrivere in un linguaggio corretto. “La conoscenza dell’italiano  è una precondizione per partecipare al concorso, ma alcuni candidati non ce l’avevano” : sono le parole di Matteo Frasca, giudice di corte d’appello a Palermo. Ed aggiunge “Se il mio maestro delle elementari avesse visto in un mio compito verbi coniugati come in certe prove che ci sono state consegnate, mi avrebbe dato una bacchettata sulle dita".E se pensiamo che gli aspiranti magistrati che hanno preso parte al concorso erano tutti laureati ed in molti casi già avvocati, giudici onorari, funzionari della pubblica amministrazione, o studiosi con tanto di dottorato ci rendiamo conto della gravità dell’accaduto.
Fino a ieri sembrava che le leggi sulla privacy impedissero la pubblicazione degli errori. Ma qualche strafalcione è già trapelato: moltissimi gli “essere” e “avere” scritti senza accento, tanti gli “un” dotati di apostrofo anche per i nomi maschili, per non parlare del candidato che ha scritto riscuotere con la “q”,di quello che ha scritto “Corte dell'Aiax”, invece di “Corte dell’Aja, o di chi si è lasciato andare ad espressioni non propriamente giuridiche come “Finché la barca va” o “Per fare un albero ci vuole un fiore”.
Si attende con ansia il “bestiario” che raccolga gli errori più strani e ci faccia ridere, per non piangere, sull’ignoranza dei laureati in Giurisprudenza prodotti dall’Università Italiana.

Articolo accessibile a questo link


mercoledì 8 settembre 2010

Fare una BIBLIOGRAFIA - INTRO

La bibliografia per le tesi di laurea o per qualsiasi documento di tipo scientifico è probabilmente la parte cui si presta meno cura durante la redazione, dedicandovi poco tempo e ordinando le" informazioni "alla meno peggio. Niente di più sbagliato! Curare la bibliografia è importante almeno per tre ordini di motivi (D'Urso e Vaglio[2010], Come si fa una citazione bibliografica. Biblioteca Università Commerciale Luigi Bocconi, 19 maggio. Presentazione PowerPoint):

  1. Rispettare le norme legislative inerenti il diritto d'autore;
  2. Permettere ai lettori dei nostri lavori di recuperare le fonti informative originarie da cui abbiamo tratto le informazioni;
  3. Per adeguare le nostre ricerche agli standard accademici
In una bibliografia è opportuno inserire tutte le informazioni necessarie al reperimento dell'opera cui si fa di riferimento, e ovviamente tali informazioni variano a seconda della fonte informativa, sia essa un libro, una ricerca accademica, un articolo di giornale, un articolo di blog o persino una presentazione PowerPoint.

Un presupposto fondamentale di tutta la bibliografia consiste nell'essere coerenti durante tutto il testo: ciò significa utilizzare lo stesso metodo, fornire le stesse informazioni sui testi consultati (ove disponibile) ed essere uniformi anche semplicemente a livello dattilografico.
I sistemi più diffusi per realizzare una buona bibliografia sono due:
  • Sistema Classico
  • Sistema Autore-Data
[...fine prima parte...]

SCATOLA o SCATOLO: questo è il dilemma

La scatola (sostantivo femminile, accento sulla prima A) indica un contenitore con coperchio, di ridotte dimensioni, realizzato in diversi materiali (libera parafrasi da Zingarelli, N. [2001], Lo Zingarelli 2001. Vocabolario della lingua italiana. Zanichelli, Milano. Pag. 1625).
Riguardo alla versione maschile di tale sostantivo di fatto NON ESISTE propriamente nella lingua italiana.
Esistono i seguenti:

  • scatòlo (sostantivo maschile, accento sulla O), che è "una molecola organica costituita da un nucleo aromatico e da uno eterociclico azotato, responsabile dell'odore sgradevole delle feci" (Zingarelli, N. [2001], Lo Zingarelli 2001. Vocabolario della lingua italiana. Zanichelli, Milano. Pag. 1625-1626).
  • scatolame (sostantivo maschile, accento sulla seconda A);
  • scatolificio (sostantivo maschile, accento sulla seconda I).
  • la parola scatolo - come forma maschile di scatola -  è una forma dialettale propria del Sud Italia (Treccani)

Un PO - PO' di confusione

Iniziamo con qualcosa di "basico": la parola NON ESISTE. Sebbene sia a dir poco vergognosa la mole di siti internet in cui la si ritrova, essa non fa parte del vocabolario della lingua italiana, se non per trascrizioni dialettali (tra gli altri il lombardo, con le opportune remore data la fonte).
Nella nostra lingua invece, esistono i seguenti vocaboli:

  • Po = scritto rigorosamente in lettera maiuscola perché nome proprio è un fiume dell'Italia Settentrionale con origine dal Monviso; si getta nel Mar Adriatico!
  • po' = da scriversi rigorosamente con l'apostrofo, a indicare il troncamento dell'ultima sillaba (Zingarelli, N. [2001], Lo Zingarelli 2001. Vocabolario della lingua italiana. Zanichelli, Milano. Pag. 619).

BENVENUTI

Ciao a tutti!
Sono uno studente di Marketing prossimo al conseguimento della laurea specialistica. Cinque anni fa ho conseguito la maturità classica e da sempre ho nutrito un forte interesse per la lingua italiana.
Questo blog nasce con lo scopo di fornire utili informazioni su alcuni tra i più comuni errori della nostra lingua. Quotidianamente infatti se "n'è vedono di tutti i colori" :) e credo che saper usare correttamente la grammatica e l'ortografia sia un presupposto necessario - se non fondamentale - per poter interfacciarsi con altre persone, in qualsiasi tipo di contesto, da lavorativo-professionale a privato-amicale.
Premetto che non ho alcuna esperienza di tipo tecnico sancita da certificazioni, diplomi o lauree (studio economia, per l'appunto), ma cercherò di riportare fonti più che attendibili ad ogni mia osservazione o commento.
E spero che i miei contributi vi possano essere utili in qualche modo. Per qualsiasi cosa non esitate a contattarmi tramite la mia email.

Luca
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