domenica 8 gennaio 2017

"Nelle firme: prima il Nome o il Cognome?!" Prima il Nome, sempre

Grazie a mamma per l'assist!

Sembra quasi scontato per molti, tuttavia ancora oggi ci si imbatte nella domanda: "Quando firmo, devo inserire prima il nome o il cognome?" La risposta è la seguente:

Prima il NOME e poi il COGNOME! Fonte: Accademia della Crusca.

Come si legge nell'articolo sopra, infatti, l'uso di anteporre il cognome è principalmente utilizzato laddove vi sono elenchi di persone abbastanza lunghi, per cui risulterebbe davvero difficile e complicato realizzare un ordinamento alfabetico seguendo l'iniziale del Nome (pensiamo alla scuola, o alle pubbliche amministrazioni ad esempio). Se dovessimo tuttavia apporre una nostra firma in corrispondenza del nostro nome, sarebbe sempre il caso di seguire la regola Nome + Cognome.
C'è una ragione storica all'ordine nome+cognome: come scrive anche Giovanni Nencioni nel 1995, il cognome nasce come specificazione aggiunta al nome proprio della persona, segnalando in molti casi una sua particolare caratteristica: l'essere figlio di (per esempio, Dante Alighieri stava per Dante figlio di Alighiero), oppure l'esercitare una certa professione (es. Fabbri), avere una particolare caratteristica fisica (es. Piccinini) o il luogo di provenienza (es. Andrea dal Castagno). E, come solitamente la specificazione si pospone al sostantivo a cui si riferisce (es. il fiore giallo), così il cognome va, naturalmente, dopo il nome. Anche Nencioni critica l'uso burocratico, passato addirittura all'orale, di anteporre il cognome perfino nel presentarsi, pur riconoscendo la possibilità di usare tale ordine negli elenchi alfabetici. Alfonso Leone, nel 1976, dava alcune possibili motivazioni all'usanza di firmarsi anteponendo il cognome, facendone risalire l'uso alla scuola, dove il nome viene, per usare le sue parole, lasciato in ombra, a favore dell'uso generalizzato del cognome, tanto che alla fine "[...] persino tra loro, i ragazzi finiscono con chiamarsi per cognome [...]". Secondo Leone, il diverso modo di firmarsi (e presentarsi) rispecchia un diverso modo di percepirsi all'interno della società: "È ovvio che la sequenza « cognome + nome », essendo propria di elenchi o schedari e di scritture burocratiche, veda l'individuo non a sé stante, ma indrappellato con altri suoi simili, parte cioè di un raggruppamento anche solo immaginario, di una comunità di membri, la cui distinzione è affidata al casato più che ai meriti o ai demeriti di ciascuno". E poco più avanti: "Quello comunque che è importante rilevare è che la sequenza « nome + cognome » non considera l'individuo come legato a molti altri da identità di scopi o d'interessi, ma lo svincola da qualsiasi concetto di raggruppamento, considerandolo nella sua inconfondibile personalità".

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